Lo spettacolo nasce dal bisogno di voler raccontare, di voler dare corpo e voce al genio femminile, a Camille Claudel, scultrice francese sorella del poeta Paul Claudel e allieva ed amante dello scultore Auguste Rodin, morta a Montdevergues, dopo trent’anni di internamento.
Camille è vissuta in una società maschilista che ha combattuto, per altro, fortemente; società che non le ha perdonato la sua grande audacia e il suo genio.
Lei incarna una lezione artistica e umana: il suo atto creativo è, naturalmente, un atto Rivoluzionario.
Lo spettacolo è un viaggio difficile nella mente, nel corpo, nell’anima di questa donna che cerca l’impossibile.
La sua presenza fuggevole, enigmatica è catturata nel luogo proibito, in quello spazio quadrettato, tra urla e silenzio, dove la sua mente, i suoi ricordi vagano tra labirinti di varianti oscure; tra chiaro-scuri di luce in una rete di suoni, immagini e visioni che si dissolvono e si ricompongono: Camille tesse relazioni con figure del reale e dell’immaginario.
Regia Giannella Loredana D’Izzia
Con: Anna Passanisi (Augusta – SR)
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